Giurdignano

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Brano tratto da "Cielo che Poesia" a cura di Luigi Pede

A cura di Luigi Pede di Giurdignano


Basta molto poco a strappare un sorriso quando si è in pace con la propria coscienza. Ma, per avere un buon rapporto con essa, bisogna confrontar visi senza timore. La coscienza, a prima vista sembra un’entità astratta mediante la quale ciascuno si interroga sul proprio operato personale, intimo, privato, ed anche verso il prossimo, ed ancor di più verso il prossimo divino. La coscienza è, invece, uno strumento concreto, che raccoglie tutte le risposte possibili alle domande che l’uomo si è posto, da quando è stato creato nei confronti delle regole che gli sono state imposte. La coscienza è praticamente un catalogo, nel quale sono illustrati all’uomo i modelli del comportamento morale più aderenti al disegno divino. Non che se ne possa allontanare, l’importante è rendersene conto, provarne imbarazzo, chiederne ammenda e fare proponimenti di osservanza e rispetto. Così l’umile considera l’esame di coscienza, come il momento dell’incontro privato con Dio, del quale porta l’immagine nell’animo, mentre il superbo considera la propria coscienza come un bene personale, da non dover disturbare se non per avere consensi.
Cos’è dunque la coscienza, se non il decalogo ispirato con il quale costantemente confrontarsi ed al quale aderire il più possibile, per leggervi riflessa la propria immagine di figli di Dio? In pratica, il Signore ha segnato la strada da percorrere per ritrovare le divine radici, ed alcuni uomini, prescelti da Lui, ne hanno affidato alle sacre scritture tutte le indicazioni necessarie. Poi, siccome sembrava che tutto ciò non bastasse a scuotere le coscienze, incarnò il Suo Verbo nel figlio Gesù, affinchè la Sua parola rimanesse scolpita nelle umane menti.
Ma già molto tempo prima, e cioè fino dalla sua creazione, il Signore aveva dotato l’uomo di questo indispensabile dono spirituale che è una dote dell’anima, cioè della coscienza. E la mise alla prova con i risultati che tutti conosciamo, dei quali tutti gli esseri viventi portano il segno: il peccato, peccare, non avere l’umiltà di farsi l’esame di coscienza, non avere l’umiltà di sentirsi figli di Dio. La vita dell’uomo deve essere tutta concentrata su questa Verità che è Parola di Dio, se vuole raggiungere la meta prefissata dal Creatore. Chi in macchina deve rispettare il codice, se non lo fa non solo si prende delle multe, ma rischia l’incolumità fisica. Basta un’occhiata fugace per riconoscere l’indicazione, il consiglio, il divieto dei cartelli stradali. Altrettanto rapidamente, i cartelli disseminati nella coscienza forniscono informazioni preziose per il viaggio spirituale, istante per istante, a condizione che vi si presenti un minimo di attenzione. Se qualche volta ti distrai e infrangi, o vieni a patti con la tua coscienza, puoi vederti arrivare una bella contravvenzione, che puoi oblare in via breve con la richiesta di perdono, purchè fatta con convinzione dopo un sincero esame di coscienza. Ma, se guidi da incosciente e non rispetti i limiti posti alla tua incoscienza, allora rischi di perderti sempre. Il Signore è un vigile generoso e comprensivo. Basta un esame di coscienza fatto bene, anche all’ultimo istante, per indurlo a strappare la più onerosa delle multe. Ma ciò non autorizza ad approfittarne, interrogando la propria coscienza, cioè scrutandosi dentro l’anima soltanto ad ogni morte di papa.

Tratto dal libro "Cielo Che Poesia"
di Emilio Crispo


Questo post è a cura di Luigi Pede di Giurdignano

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quello che è scritto mi risulta misterioso, parla di coscienza. Però alle persone diamo dei pre-giudizi senza neppure conoscerle, giusto per l'abitudine di aprire la bocca. La coscienza è sempre attiva e dovrebbe guidare le parole che diciamo. Oggi mi piaci e non sei oggetto di "parole" domani non mi servi più e te ne dico di "altre". Così non è bello, proprio per un senso di coscinza, che potrebbe chiamarsi coerenza e rispetto...appunto: coscienza.

Anonimo ha detto...

allora nessuno scritto? niente offese? Quello scritto dall'anonimo del 30 giugno 2013 10:26, per chi legge il plog si tratta di verità? nessuno scrive nulla? Non lo so se questo messaggio lo mandano a pubblicare, spero di si.
Allora è arrivata veramente l'estate e tutti sono rintanati o sulla sdraio a fare un bel c... e neanche le offese vi attirano più. Meglio così.


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